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Il Consiglio dei ministri italiano ha approvato un decreto-legge e due disegni di legge per riformare le regole sulla cittadinanza per discendenza (ius sanguinis), con l’obiettivo di limitare abusi e garantire un legame effettivo con l’Italia. Attualmente, la cittadinanza può essere trasmessa da un antenato italiano, anche molto lontano, ma la nuova normativa restringe questo diritto a solo due generazioni (genitori o nonni nati in Italia), a meno che il richiedente sia nato in Italia o uno dei genitori vi abbia vissuto per almeno due anni.
Chi ha già fatto domanda entro il 27 marzo o ha ottenuto la cittadinanza tramite tribunale o autorità italiane manterrà i propri diritti. Il disegno di legge prevede anche che i cittadini all’estero debbano dimostrare un minimo contatto con l’Italia ogni 25 anni (es. rinnovare documenti o votare), e che i nati all’estero registrino l’atto di nascita entro i 25 anni. Inoltre, i coniugi stranieri potranno ottenere la cittadinanza solo se residenti in Italia.
Un altro disegno di legge crea un ufficio centrale presso il ministero degli Esteri per gestire le richieste dall’estero, al posto dei consolati, per snellire le pratiche e prevenire irregolarità. Infine, il costo per fare domanda salirà a 700 euro.